Seit mehr als 10 Jahren ist das gemeinsame Reisen ein fester Bestandteil unserer Arbeit. So steuern wir regelmäßig verschiedene Europäische Orte an, wobei die Städte Mailand und Dresden mit unseren Wohnsitzen, Ausgangspunkte wie auch logistische Zentren sind. Die Phase des Übergangs und der Veränderung, die wir durch den steten Wechsel erleben, spiegelt sich nicht nur in der Wandlung von Orten, der Wetterlagen sondern auch durch das Treffen mit immer neuen Menschen, mit denen wir jeweils ein „nach Hause kommen“ erleben.

Seit Ende 2012 mieten wir keine festen Ateliers mehr, sondern wechseln unsere Arbeitsorte im Turnus von ein bis drei Monaten. Hintergrund ist nicht nur Neugierde und Abenteuerlust, sondern auch immer wieder neu von der Kunst inspiriert zu sein und möglichst viel unterschiedliches anzutreffen.
In 2013 haben wir so in Düsseldorf, in Visino am Comersee, Mailand, Berlin, Mergozzo am Lago Maggiore, Prag, Bamberg und Rotterdam gearbeitet.


Die gelebte Erfahrung von verschiedentlichen, temporären Arbeitsorten, erhält unseren Blick wach und ermutigt uns zum steten und suchendem Handeln. Das Unterwegs, die Phase der „Veränderung“ hat für uns mehrere Bedeutungen. Das schnelle Reisen mit dem Flugzeug oder dem Auto führt gewissermaßen zu Überlagerungen der Wahrnehmung. Gesehen, erlebtes und geliebtes vermischt sich und wird in unseren Augen körperlich, was wir mit unserem Kunstschaffen verarbeiten. Das gegenwärtige Empfinden, ist voller Spuren aller Art – ein visueller Kosmos aus dem heraus wir frei assoziieren.
Sehen ohne dabei zu berichten, der Atmosphäre nachspüren – eine Bearbeitung, die in rascher Folge Übersetzungen und Zeichen herauswirft, eine Arbeit über die Konzentration hinaus – ein Spiel mit dem Zufall im Hinblick eine Einheit mit der Handlung zu werden.

Unsere künstlerische Arbeit löst sich in der aktuellen Auseinandersetzung von der erkennbaren Form in der Fläche – von seinem erzählerischen Gehalt und von seinem Symbol-wollen. Die Darstellung ist in die Zwischenwelt von Figuration und Abstraktion gerückt und die formale Auseinandersetzung reicht über das Sujet hinaus, in der Lust zu experimentieren und über Grenzen hinweg zu denken. Die Vision wird wichtiger als die Sprache selbst. Die Ikonographie unserer Bilder besteht aus Zeichen und Symbolen, die tief mit dem kollektiven Unterbewusstsein verbunden sind und auf eine Interaktion mit einer Vielzahl von Systemen und Visionen setzt.
Das Interagieren bezieht sich hierbei auf Symbole und Anlehnungen quer durch die Kunstgeschichte, von der Antike bis zur Gegenwart und enthält Naturelemente wie Mensch und Tier verwoben mit der strukturellen Welt der Dinge, formalen Farbräumen und persönlichen Erinnerungen – eben mit allem, was uns in unserem Leben beschäftigt. Es geht uns also um abstrakte Zeichen, welche die erzählerische Präsenz noch nicht verloren haben, ganz im Sinne einer Natursteinmauer, die aus dem eben verfügbaren Material besteht und ihre Festigkeit aus der Komposition von kleinen und großen Steinen und deren kreativen Aufbau erhält. Unsere Malerei folgt analog dem organisierten Zufall von Form und Farbe, was unsere individuellen Systeme in eine natürliche Ordnung transformiert. Es geht uns darum, die Kraft der Imagination direkt in die Materialität des Werkes und seiner Inszenierung zu legen und den Betrachter direkt anzusprechen auf sein Gefühl zielend, ohne dass dieser den Umweg über seinen Verstand und sein Wissen nehmen muss.


(IT)

Da piú di 10 anni il viaggiare insieme é parte integrante del nostro lavoro. Regolarmente ci rechiamo in diverse cittá europee, mantenendo come tappe fisse, in quanto nostri centri logistici, le cittá di Dresda e Milano. Le due sono quindi sempre i punti di partenza. La fase di transazione e di cambiamento, che costantemente attraversiamo, si riflette non solo sull'alternarsi dei luoghi e delle condizioni metereologiche, ma anche sull'incontro di persone nuove, che ci fanno vivere un sempre piacevole „bentornato a casa“.

Dalla fine del 2012, non abbiamo piú uno studio fisso, benché ogni 2-3 mesi cambiamo regolarmente luogo di lavoro. La motivazione non é solo curiositá e senso di avventura, ma risiede soprattutto nell'interesse di cercare nuovi spunti di riflessione ed ispirazione, legati alla diversitá dei luoghi. 


Nel 2013, abbiamo lavorato a Düsseldorf, a Visino (lago di Como), Milano, Berlino, Mergozzo (lago Maggiore), Praga, Bamberga e Rotterdam.

L'esperienza vissuta nei temporanei luoghi di lavoro, mantiene il nostro sguardo attivo e incoraggia la costante ricerca. La fase del cambiamento ha per noi diversi significati. Il viaggio veloce in aereo o quello piú lento in auto causa sovrapposizioni di percezioni diverse. Ció che si é visto, vissuto ed amato si mischia e diviene, attraverso il nostro processo artistico, corpo fisico.
Le sensazioni vissute sono ricche di tracce di ogni genere, che entrano a far parte di un „cosmo visivo“, da cui noi, attraverso il libero processo associativo, attingiamo. Osservare, senza preoccuparsi di riportarne informazioni, assoporare semplicemente l'atmosfera. Una rielaborazione, che „getta fuori“ rapidamente segnali percepiti e tradotti. Un lavoro di concentrazione, ma anche un gioco del caso, che diventa parte integrante della nostra ricerca.

La superficie del nostro lavoro diviene un continuo confronto/scontro tra forme riconoscibili, contenuto narrativo e il mondo simbolico a cui fa riferimento. La raffigurazione si insinua nel mezzo tra figurazione e astrazione. La ricerca formale supera il soggetto, essendo essa stessa da cercare nel puro desiderio di sperimentazione oltre i confini del pensiero. La visione é piú importante del linguaggio stesso.
L'iconografia a cui attingiamo é composta da segni e simboli profondamente legati all'inconscio collettivo e mette cosí in atto una sorta di interazione tra una varietá di sistemi e visioni.

Tale interazione si ricollega a simboli e riferimenti della Storia dell'arte, dal mondo antico al contemporaneo, riportando spesso elementi della natura, uomini ed animali, intrecciati al mondo strutturale delle „cose“, allo spazio, al colore e alle memorie personali. Essa si rifá, quindi, a tutto ció che direttamente ci riguarda. Pertanto, si tratta di segni astratti, che non hanno perso peró la loro connotazione narrativa. Un po' come un muro, fatto con materiale semplice, quale la pietra, la cui forza stá nella sua composizione creativa fatta da piccole e grandi forme irregolari.


La nostra pittura segue parallelamente l'organizzazione casuale di forme e colori, che il „sistema individuale“ ricondurrá all'ordine naturale. Si tratta di porre completamente il grande potere dell'immaginazione nella materialitá dell'opera e nella sua collocazione e lasciare ampio spazio alle sensazioni dell'osservatore, senza che la sfera della ragione e dal sapere ne devi il percorso .